I Comprensori Alpini, ai sensi della L.R.n.°5 del 19/06/2018, sono “organismi tecnico-operativi di diritto privato … e sono strumento per la programmazione dell’attività faunistico-venatoria sul territorio, con obiettivi di salvaguardia, conservazione e miglioramento dell'ambiente naturale, tutela del territorio e delle colture agricole, prevenzione e risarcimento dei danni, protezione e gestione della fauna tipica delle aree interessate … “ E’ di tutta evidenza (ed il Legislatore lo ha ben compreso, vista la composizione dei C.d.G.) che il perseguimento delle finalità di Legge deve tenere conto delle connessioni tra tutte le attività per le quali il territorio costituisce elemento indispensabile.
In molte parti del nostro territorio è possibile trovare nuovi stimoli e nuove ragioni ed interessi negli obiettivi della riqualificazione delle risorse ambientali, per questo la partecipazione al Comitato di Gestione da parte del mondo Agricolo, degli Amministratori Locali, delle Organizzazioni Ambientali e delle Associazioni Venatorie è l’occasione per sperimentare una gestione integrata, dove si deve vedere concretizzato nei risultati l’impegno profuso da ognuno nel proprio ambito e da tutti insieme. In particolare è da considerare centrale il ruolo degli Agricoltori.
Sono loro infatti che da una parte mettono a disposizione terreni privati dove vive la fauna selvatica che grazie all’attività agricola trova sostentamento, dall’altra ne subiscono le conseguenze in prima persona, quando l’animale selvatico diventa nocivo.
Per questo la maggiore attenzione possibile deve essere posta nella prevenzione dei danni provocati dalla fauna alle coltivazioni agricole. Prevenzione prima che risarcimento, perché lavorare la terra non è solo per il risultato economico, ma è un’attività che comporta qualcosa di immateriale che non potrà mai essere pienamente compensato dal risarcimento dei danni.
Questo è certamente vero soprattutto nei Comprensori Alpini dove non si lavora per la grande distribuzione, ma ci si rivolge ad un mercato di nicchia con prodotti “biologici” e “di montagna”, dove la disponibilità di terreni utili è limitata e la lavorazione è più difficile.
In collaborazione con gli Enti Locali, la parte di programmazione e progettazione può essere incisivamente svolta dal Comprensorio, ad esempio individuando aree abbandonate da rendere disponibili alla coltivazione secondo la destinazione d’uso atavica, iniziando così un progetto dalla valenza culturale, ma anche economica per le ricadute paesaggistiche in un territorio a forte vocazione turistica. Inoltre, a tutela di tutta la nostra fauna, dalla Tipica Fauna Alpina agli Ungulati, sono da far riconoscere a chi può decidere ai massimi livelli, i problemi sempre maggiori derivanti dalla presenza del lupo, oltre che del cinghiale e saranno da verificare quelli derivanti dalla siccità che sempre più frequentemente colpisce questi territori.
Vanno individuate strategie di intervento per non mettere a rischio la consistenza faunistica, in particolare degli ungulati che costituiscono un’entrata molto rilevante per le casse del CA.
Sono azioni nell’interesse della categoria dei cacciatori ed è per questo che sono chiamati dalla Legge ad occuparsene: questo particolare interesse costituisce infatti la migliore garanzia del mantenimento e del miglioramento dell’equilibrio ambientale generale.
In particolare nei Comprensori Alpini il patrimonio culturale proprio degli Uomini di Montagna inteso come l’insieme della spiritualità, delle conoscenze e della coscienza di sé, è certamente interpretabile e spendibile come esempio di attaccamento all’ambiente naturale ed impegno nella sua salvaguardia, ed il contributo che può derivarne ha una risorsa speciale proprio qui, dove le persone competenti e disponibili hanno caratteristiche di conoscenza del territorio nelle sue componenti ambientali naturali e socio-economiche, e sono animate da forti motivazioni.
E’ perciò necessario che l’opera del C. di G. del Comprensorio sia sentita come propria da tutte le componenti, accettata perché condivisa nelle motivazioni di fondo e negli obiettivi.
L’impegno è dunque quello di affrontare e comporre, per quanto a noi possibile, le problematiche ambientali che riguardano tutti e che sono la nostra vera missione.
Pierpaolo Court